giovedì 22 maggio 2014

Giardini aperti FVG

Particolare giardino interno palazzo Lantieri
Oggi racconto le mie avventure di domenica, quando nonostante il tempo variabile ed a tratti piovoso sono andata a Gorizia per una breve escursione in compagnia.
Se avete la passione dei giardini ed amate immergervi negli spazi verdi circondati dalle bellezze della natura, questa è la gita che fa per voi! 
In Friuli Venezia Giulia per due domeniche all'anno è possibile andare nei giardini altrui e fare delle belle scoperte. Vi chiederete come sia possibile andare a curiosare l'erba del vicino. Ebbene, la risposta è semplice, la manifestazione giardini aperti fa si che la passione per il giardinaggio ed il verde facciano intersecare la passione tra i fruitori ed alcuni proprietari che aprono i propri giardini a chiunque abbia voglia di andare a visitarli e vi posso garantire che è un esperienza molto appagante.

Particolare giardino interno palazzo Lantieri
Se fosse per me farei parlare le sole immagini, ma così facendo tralascerei la parte più importante del blog, ossia lo spirito del viaggiare. 
Non mi riesce facile descrivere cosa abbia provato  quando nella centralissima Piazza Sant'Antonio a Gorizia ho cominciato a cercare sotto gli archi bianchi il numero civico dello stabile che veniva indicato come quello del Palazzo Lantieri, prestigiosa ed antica dimora originariamente costruita per difendere l'entrata sud orientale della città. Dopo averlo cercato per un po', è stato sufficiente svoltare l'angolo della piazza per trovarsi di fronte ad un imponente arco che dà l'accesso alla proprietà. Una volta oltrepassato, per raggiungere il giardino bisogna superare una doppia porta vetrata stando attenti a non far scappare due simpatici cani che fanno la guardia, com'è invece successo a due signori che stavano uscendo mentre noi entravamo.
Particolare giardino interno palazzo Lantieri
Non appena si arriva al parco ci si trova proiettati in un altra realtà, come se le mura che lo circondano non esistessero e si fosse in mezzo ad una radura. Gli alberi maestosi creano delle zone d'ombra e fra le fronde è stata posizionata anche una campana a vento che risuona non appena il vento ci passa attraverso. Il giardino è molto accogliente ed andando alla scoperta degli angoli più riparati è possibile fermarsi sotto la pergola e rilassarsi un attimo prima di proseguire e scoprire degli scorci di rara bellezza.
Il giardino fa parte di una struttura ricettiva alberghiera ed è davvero pregevole trovare un tale connubio a Gorizia. Non è enorme, ma se si ha piacere di fermarsi per un po' ed ascoltare il silenzio e la pace da cui siete circondati, la vostra visita sarà perfetta.  E' stato un vero peccato averlo visitato mentre il tempo minacciava pioggia, il che però non ha guastato l'impressione della visita.
Un po' scoraggiate dal tempo, ci stavamo incamminando verso le macchine, quando mi è stato proposto di visitare il giardino Viatori.
Giardino Viatori - particolare
 Io non c'ero mai stata, ma arrivarci è agevole, dopo aver percorso viale XX settembre ed aver superato il ponte sull'Isonzo bisogna svoltare a sinistra e parcheggiare in via Forte del Bosco.
Giardino Viatori - Valletta
Mentre ci incamminavamo piovigginava ancora, ma erano davvero le ultime gocce. Il giardino Viatori o in questo caso è meglio chiamarlo parco è un esplosione di amore verso il giardinaggio e le piante. Ne avevo sentito parlare, ma non pensavo possibile una tale magnificenza in un posto dove non ci si aspetta di trovarlo. Il proprietario se ne è preso cura per anni ed alla sua morte il giardino continua ad essere aperto il sabato, la domenica e gli altri giorni festivi dal 25 Aprile al 2 Giugno dalle ore 16 alle ore 19.
Non appena siamo entrate, non pensavo affatto possibile quello  invece che stavo per scoprire.
giardino Viatori -lago
Le frecce che indicano il percorso ti fanno ritrovare dopo poco in una conca dove si viene circondati da rododendri arborei, azalee, ortensie e chi più ne ha più ne metta. Il parco sembra incolto, ma invece ogni pianta ha il suo spazio, la semplicità con la quale sono disposte dimostra la grande maestria ed abilità nel pensare e progettare ogni singolo arbusto con una cura ed una passione ammirevole. C'è anche un lago pieno di ninfee e pesci di tutte le dimensioni e nel complesso tutto il parco è pieno di vita e risuona dei richiami degli uccelli.
Giardino Viatori - particolare
Giardino Viatori - terrazzamento
Era da tanto tempo che non visitavo un giardino così bello, così rigoglioso e curato, tanto che penso che prima che chiuda fino all'anno prossimo ci rifarò una visita.

































































domenica 23 marzo 2014

Una ragazza da Tiffany


Ho appena terminato di leggere una ragazza da Tiffany di Susan Vreeland e devo proprio dire che mi è piaciuto parecchio sia per l'ambientazione che per la storia di per se.
In questo periodo sto leggendo romanzi che parlano di donne, di emancipazione femminile e delle problematiche relative alla loro realizzazione nella società che le circonda. Come nei romanzi precedenti il personaggio femminile si trova a fare i conti con un mondo che non vede di buon occhio tutta questa indipendenza ed io mi chiedo sempre più spesso come si potesse vivere in un ambiente dove come donna mi sarei ritrovata a lottare per quello che ora viene considerato un diritto. Avrei combattuto per quello che considero una parte del mio essere?
Sarà un segno che vuole indicarmi una via in questo momento così difficile per tutte noi, dove i valori per i quali si è combattuto fino a pochi anni fa sembrano essere passati in secondo piano e dove dietro ad un ipocrita parità dei sessi sembra essere tornate agli anni 50...certo è che io sono orgogliosa di rivendicare la mia autonomia ed indipendenza senza dimenticare ciò che sono e quello che voglio che è in definitiva il mondo interno nel limite del possibile, ossia la vera repubblica: gli uomini, i loro diritti e niente di più; le donne, i loro diritti e niente di meno ".

Non mi ero mai chiesta quanto lavoro ci fosse dietro alle lampade ed alle vetrate create all'inizio del secolo scorso da Louis Comfort Tiffany, ne sapevo qualcosa, ma devo dire che dopo aver aver letto questo romanzo non posso non guardare con occhi diversi le immagini delle vetrate e delle lampade che mi sono sempre piaciute per la loro originalità e particolarità.
E' in un ambiente ricco di stimoli intellettuali che Clara Driscoll, personaggio realmente esistito, cerca di conciliare la sua volontà carismatica e le sue doti artistiche con quanto prescritto dalla morale dell'epoca. Clara crea arte e non lo vuole fare in maniera meccanica ed industriale, né vuole essere limitata nelle sue aspirazioni così come imporrebbe un tipo di produzione più consumistico che alla protagonista va stretto. E' un personaggio che non si accontenta di guardare alla finestra gli sconvolgimenti culturali  nella società a cavallo tra l'ottocento ed il novecento, ma cerca di esserne padrona e di combattere per il suo diritto al lavoro ed al riconoscimento dei suoi meriti.
Una figura di donna all'avanguardia che vive immersa nel secolo che si chiude e guarda con occhi nuovi la trasformazione della città con la costruzione dei primi grattacieli e la metropolitana.
Clara imparerà ad andare in bicicletta nonostante non fosse considerato uno sport per donne e riuscirà a conciliare le sue ambizioni con la sua vita personale e privata, cosa che in un primo tempo pareva preclusa.
In definitiva una ragazza da Tiffany è un romanzo che merita davvero di essere letto per la sua originalità di spunti e per le sue atmosfere sempre nuove.

sabato 1 marzo 2014

TRE DONNE, TRE DESTINI


Recentemente ho avuto il piacere di leggere tre romanzi di tre autrici ambientati nello stesso periodo storico, l'ottocento nei quali si parlava di tre donne completamente diverse per predisposizione e cultura alla ricerca dell'indipendenza e del proprio spazio nel mondo.
Quando mi sono accorta di ritrovarmi alle prese con tre rappresentanti dello stesso secolo, mi sono stupita della casualità della cosa che mi ha fatto percorrere viottoli così simili eppure tanto difformi.
Il primo romanzo, decisamente umoristico era “il circolo delle ingrate “ di E. Von Arnim nel quale l'autrice con piglio estroso ed in maniera decisamente accattivante narrava le peripezie di una ragazza inglese di buona famiglia che decide di utilizzare un eredità inaspettata in una maniera decisamente inusuale.
 L'autrice riesce con sapienti tratteggi a descrivere le qualità e gli aspetti comici dei personaggi i quali ruotano tutti attorno ad un medesimo fulcro.
Il secondo romanzo, decisamente malinconico sin dalla prima battuta è un acquerello. 
“ Tentativi di botanica degli affetti “ di B. Masini è inequivocabilmente un romanzo delicatissimo, quasi in punta di pennello e racconta le vicissitudini di una giovane pittrice che lavora presso una famiglia milanese ed è alla ricerca della propria indipendenza economica ed emotiva. La descrizione dei personaggi è inusuale e davvero molto vivida tanto che si riesce con agilità a visualizzare i sentieri e le specie floreali dipinte da Bianca, la protagonista del romanzo.
Il terzo romanzo era talmente accattivante che devo ammettere di averlo iniziato e terminato in tre giorni.
 “L'ultima fuggitiva” di T. Chevalier è un racconto affascinante che permette di avere una visione molto realistica di un mondo davvero poco conosciuto. Senza addentrarmi troppo nella trama posso solo dire che si raccontano le avventure di una giovane quacchera nel nuovo mondo e la sua presa di posizione verso la questione degli schiavi.
Le tre storie, seppur difformi per evoluzione e contenuti vedono le tre protagoniste alle prese con esperienze sconosciute e tutte e tre, a modo loro, riescono a non arrendersi di fronte alle evenienze della vita ed alle convenzioni che volevano la donna relegata nel ruolo di moglie e madre. Tutte trovano per vie traverse una propria dimensione di vita.
I tre romanzi sono tre paia di occhi puntati con un analoga curiosità ed interesse verso il futuro. Sono donne che combattono e non si arrendono di fronte ad un no, ma che in maniera mediata e meditata riescono ad ottenere il proprio spazio nel mondo.
Accettano i cambiamenti inevitabili e le scelte che la vita obbliga loro a compiere, ma riescono a scegliere per il meglio ed ottengono chi in maniera più sofferta chi meno il proprio futuro.
Con lo scorrere delle pagine crescono, imparano ad amare ed accettano il cambiamento che è forse il tema più profondo che accomuna i tre romanzi. Già, il cambiamento, cosa non facile da accettare, ma vincente, la parola chiave è una sola, resilienza ed i tre personaggi riescono a farla propria nella loro esistenza.
Che dire? Spero di essere riuscita ad incuriosire!

sabato 22 settembre 2012

Gita

Alcuni giorni fa, desideravo un pomeriggio un po' diverso dal solito.
Avevo la possibilità di varie destinazioni, ma non avevo voglia di trascorrere l'intera giornata fuori. Era da un po' di tempo che avevo adocchiato una visita alla villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia. Il tempo era bello, il traffico non era sostenuto e così ho deciso di andarci nel pomeriggio.
La villa si trova nella zona di Padova, molto vicino alla città, in realtà, ma per chi non è della zona – come me – è facilissimo perdersi.
Ammetto che è stato veramente divertente arrivarci. La strada è facilmente percorribile. Se non si ha fretta e ci si perde, gironzolare è comunque divertente, si possono ammirare i dintorni. Girovagando di qua e di là, sono finita in un prato e continuavo a guidare, pensando che, al termine del viottolo, apparisse la villa, ma così non era, tanto che, ad un certo punto, ho fermato la macchina, mi sono appoggiata al volante e mi sono fatta una risata.
Poi, mi sono ritrovata su stradine a senso unico, dove la velocità era quella di 20 orari, invece dell'auto, mi pareva di guidare un carretto degli Hamish.
Questa è stata un' ottima occasione per guardarmi attorno ed ammirare la zona, contraddistinta da un paesaggio collinare molto delicato e dolce, dove non ci sono ancora i colori dell'autunno.
A Padova ed evidentemente, anche nelle zone limitrofe, la bicicletta è davvero usatissima, anche con pioggia o vento, c'è sempre qualcuno in giro. Le persone sono organizzate, mi è capitato di vedere un ombrello, montato direttamente sulla bicicletta, cosa assai ingegnosa.
Arrivata nella zona di Torreglia, è stato davvero impossibile perdersi o sbagliare.
La villa si trova sulla destra della strada sopra un declivio e già così, è una bellissima immagine.
Senza addentrarsi in particolari storici, che è possibile trovare sul sito del Fai, ciò che colpisce subito sono i colori e la struttura. Si tratta di una costruzione a tre piani, perfettamente immersa nell'ambiente circostante. E' contornata da colline, tipiche di tutto il nord-est, coltivate a vigna.
Guardandola, la prima impressione che si ha è quella di estrema tranquillità e forse, anche lentezza, che non è una sensazione usuale nel mondo odierno, costellato dalla velocità e dalla frenesia.
Se si ha piacere di fare quattro passi, si può lasciare la propria vettura sulla strada che costeggia la villa. Avvicinatevi bene al muro, perchè la strada non è larghissima. Se invece si è veramente pigri e si ha necessità di un pungolo elettrico per muoversi, c'è un parcheggio, proprio vicino all'ingresso.
La villa è aperta tutto l'anno. E' necessario solo fare attenzione agli orari, perchè un'ora prima della chiusura, non è più possibile accedervi.
Non è necessario avere alcuna fretta, tanto la visita, di per sé, non occupa molto tempo, quindi è possibile gustarsi il tempo e respirare.
Attraverso un piccolo arco, posizionato alla sinistra dell'ingresso principale si entra nella villa.
Subito si noterà il giardino all'italiana, contraddistinto da due riquadri di piante e fiori, che proseguono mirabilmente le linee di prospettiva della struttura muraria. Sarete accolti da un lievissimo profumo e da pochissime tonalità di colori, che si amalgamano. Il verde si mescola con il viola, in continuità con il corda ed il bianco della scala d'ingresso e dei patii. Le linee sono estremamente semplici e rigorose, ma s'intonano perfettamente con la struttura.
A questo punto, si può scegliere di visitare direttamente il piano nobile della villa oppure, se si è almeno un po' curiosi, al piano terra, si possono avere tutte le informazioni, che potete, comunque, ritrovare sul sito del FAI.
La villa è contornata da archi aperti. Si ha l'impressione che la natura entri nell'abitazione ed allo stesso tempo che la costruzione sia essa stessa parte dell'ambiente circostante.
Gli stessi colori utilizzati fondono e mimetizzano la struttura con il paesaggio circostante.
Di per sé, la villa è parca di mobilia e se ci si documenta sulle varie vicissitudini storiche, se ne comprende anche il motivo.
L'elemento caratterizzante sono le pareti affrescate, molto suggestive che, riprendendo temi naturali, portano inevitabilmente lo sguardo del visitatore alle finestre e suggellano così una perfetta risonanza fra l'interno e l'esterno. Vi è un estrema armonia e continuità tra l'affresco ed il panorama circostante.
Per godere pienamente della visita, è essenziale osservare ciò che c'è attorno, avvicinarsi alle finestre ed appoggiandosi, sbirciare fuori.
Dopo, è possibile rilassarsi nel punto più suggestivo della villa, la terrazza posteriore, completamente decorata e dalla quale è possibile accedere al parco circostante.
Descrivere un'impressione non è per nulla semplice, ma sembra che gli archi affrescati facciano da proscenio alla natura circostante e ne proseguano, in modo naturale, il movimento.
In questo spazio è possibile sedersi, riposare, stendere pigramente le gambe, dormicchiare e guardare fuori.
Per chi, invece, ha piacere di andare in esplorazione nel parco, non c'è nulla di più facile, basta scendere al piano terra ed avventurarcisi.
Ci si può nascondere fra le fronde di un albero, sedersi, passeggiare nei dintorni, camminare attraverso i filari delle viti. Insomma, è possibile fare ciò che più aggrada.
Dopodiché, quando si è stanchi od il tempo e l'orario di visite volgono al termine, con tutta calma, ci si avvia. Tornando all'ingresso, si possono, magari, cogliere dei particolari ai quali non si era fatto proprio caso, come una bellissima vasca di pietra, piena di piante acquatiche che, con il suo gorgoglio, fa da contrappunto allo scricchiolare dei passi sul ghiaino.
Questa è una visita che è possibile fare da soli od in compagnia. L'importante è rilassarsi e godere un po' di questa bellezza, cosa che non guasta mai.

mercoledì 27 giugno 2012

amistade


Sindrome da foglio bianco.
Difficoltà di esprimere parole sparse e pensieri sospesi. Antitesi della paura di scrivere che fa diventare una persona estremamente chiusa, logorroica, soltanto quando si trova davanti ad una tastiera del computer o carta e penna, per chi ama ancora utilizzare fogli e foglietti seminati ovunque.
Tema del giorno, tema dell'anno, tema di sempre l'amicizia, l'amistade e la conoscenza.
Amistade è una parola bellissima che ho scoperto di recente, termine antico in disuso dal sapore molto romantico.
E' bello giocare con le parole. Si scoprono cose nuove, assiomi, similitudini e significati forse un po' retrò, ma mai banali.
Io ci gioco da sempre. Ho un ricordo vivissimo di partite interminabili, in macchina, con mia madre, durante i viaggi lunghi o brevi, quando ancora gli stessi erano già di per sé delle piccole avventure. Rammento soprattutto quelli estivi, con i finestrini completamente abbassati, il vento che scompigliava i capelli, io che mi sporgevo continuamente tra i sedili anteriori e mia madre che mi distraeva così. Era divertentissimo scervellarsi, terminando con la parola iniziata dall'altro, come in un domino, oppure giocare, avendo solo la lettera iniziale.
Non c'era viaggio senza gioco, mai uguale, mai abitudine, solo divertimento.
Amistade deriva dall'occitano, significa qualcosa un po' di più della conoscenza ed un po' di meno dell'amicizia. Se ve la rotolate in bocca, sentirete che ha un sapore strano, un po' graffiante, vellutato, assolutamente non sgradevole.
Pensiero sparso. E' pazzesco come le parole traslitterino nel tempo il loro significato. Nessuno si domanda mai cosa voglia dire simpatia, si ritiene un termine assolutamente positivo, ma in realtà originariamente era il soffrire insieme. Davvero tutto il contrario di quello che ci si aspetta.
Amicizia, parola importante, abusata. Tutti sono amici, anche se nella realtà, non molti si possono definire tali.
Quando si è bambini esistono gli amici del cuore. Sono davvero belle le grandi amicizie che, si crede, durino per sempre e sopportino i dolori ed i bisogni. Si fantastica molto su questo ed è splendido vedere delle conoscenze solide, che procedono dall'infanzia per tutto l'arco di una vita. Fa bene sapere che, queste cose succedono, altrimenti nessuno rischierebbe più e ci si limiterebbe a chiudersi. Molti anni fa ho letto un racconto di fantascienza, dove, ogni persona viveva completamente isolata, interagiva con gli altri solo attraverso uno schermo. Il finale era paradossale, vi era l'incontro reale dei membri di una famiglia che terminava in rissa.
Comunque, nella maggioranza dei casi, i rapporti amicali si sfilacciano nel tempo per le ragioni più diverse, a volte per malizia o invidie mai sopite, altre volte, perchè semplicemente le strade si dividono. Difficile da accettare, ma può capitare, anche, di condividere solo dei piccoli tratti del proprio tragitto. In realtà, è sempre un arricchimento poter ricevere o dare qualcosa.
A me l'amistade piace davvero, implica quel tanto che non è troppo, quell'intreccio di relazioni che non sfora nell'eccesso. Il sentire di ognuno varia in base alle esperienze, i periodi della vita non sono tutti uguali ed a volte una persona non riesce od è in grado di dare di più.
Ci sono momenti in cui non è nemmeno giusto. E' davvero difficile capire i percorsi mentali degli altri, spesso riescono incomprensibili anche i propri, senza nulla togliere ad i pochi che hanno le idee chiarissime su tutto, incoscienti o solo fortunati?
Amistade è un suono gradevole già di per sé. In confronto, conoscenza suona così fredda, distaccata, il passaggio di un secondo, lo scambio di due parole con qualcuno che non si sa se si rivedrà.
Amistade è quel tanto che non stroppia, come definirla? Una chiacchierata con una persona che si conosce un po', un'uscita in compagnia, la possibilità di poter dare o chiedere una mano senza imbarazzi.
Una cosa ben diversa e più lieve dell'amicizia che, è qualcosa di scelto, meditato e ponderato. Una volta, una persona davvero importante mi ha detto che, ognuno di noi ha una bella abitazione, contornata da muri di recinzione né troppo alti né troppo bassi. Alcune persone resteranno sempre sulla strada, altre sulla soglia, altre ancora nel giardino, pochissime all'interno. Il tutto va valutato davvero con molto giudizio, ma la cosa forse più importante è che, la presenza di molte persone e di una luce all'ingresso scaccia i malintenzionati e gli approfittatori.
Trebisonda.

mercoledì 20 giugno 2012

I luoghi del viaggio


Spesso il tema del viaggio viene utilizzato in letteratura per rappresentare qualcosa di diverso e di più profondo. Nulla è mai lasciato al caso. Viaggi di scoperta, di riscoperta, di perdita permettono anche a noi lettori di viaggiare.
Non vi è mai venuto in mente che, in realtà, il viaggio è sia quello dello scrittore che descrive con gli occhi dell'esperienza il suo sentire, ma anche quello del lettore che spazia a suo modo in luoghi che forse trascendono un po' da quelli realmente visitati?
Proprio così, anche la lettura è un'arte.
Vi sono diversi modi di leggere un libro, nessuno è giusto o sbagliato, ognuno ha il suo. Per me è davvero un esperienza unica potermi calare talmente in una storia da viverla con gli occhi del protagonista o del personaggio che ho amato di più.
Ho avuto il piacere di leggere, a distanza di un po' di tempo l'uno dall'altro, due racconti di viaggi che, benché lontani nei luoghi, si accomunano per un sentire comune di riflessioni ed emozioni.
Antonio Tabucchi con “Viaggi e altri viaggi” racconta le sue esperienze turistiche di luoghi ed anima in giro per il mondo. A volte si tratta di piccoli cammei, di avventure minute, di incontri quotidiani e brevissimi che lasciano in bocca il sapore della dolcezza e della condivisione di emozioni con l'autore.
Il regalo non è una cosa contenuta in una scatola, ma anche la cura che serve nella sua preparazione.
Se vi è capitato di viaggiare nei luoghi che egli descrive, è gioia pura poter ricordare con gli occhi della mente un qualcosa di già visto, ma magari sentito diversamente ed essere in possesso di una doppia chiave di lettura che permette di confrontare l'esperienza.
In caso contrario, fa venire veramente voglia di armarsi di carta e penna e viaggiare per davvero grazie ad un libro.
Avete mai desiderato visitare un luogo, amato grazie ad un libro od ad un film?
A me sì. Ho agognato un viaggio che avevo bramato fin dall'infanzia, in un luogo che ho visitato in piccola parte e dove voglio tornare, non appena possibile. La lettura mi ha suggerito spunti per visite in posti di cui non sapevo nulla, ma che ora desidero conoscere.
Il secondo libro di cui consiglio davvero la lettura e che trovo profondamente affine per vedute a quello di cui ho appena parlato, s'intitola “Ultime notizie dal sud“ di Luis Sepúlveda. Non so se sia nelle corde di molti visitare la punta estrema dell'America latina che va dalla Patagonia allo stretto di Magellano, ma le narrazioni invogliano veramente una visita.
Leggendo romanzi d'avventura, personalmente sono rimasta sempre molto affascinata ed incuriosita dalla narrazione di posti mitici come Capo Horn o l'attraversamento dello Stretto di Magellano, quando non occupato dai ghiacci del polo sud oppure vedere il Maelstrom. Parlo della curiosità pura di ammirare spazi amplissimi, luoghi dove la natura è ancora selvaggia, dove si può vagare con lo sguardo e le occasioni d'incontro sono ancora vere.
Il romanzo viene trascritto un bel po' di tempo dopo che le esperienze da cronaca sono divenute storia e dopo essere state lungamente narrate verbalmente e sedimentate nei ricordi.
Anche volendo gustarselo, lo si legge in un pomeriggio, magari seduti comodamente al fresco sotto gli alberi oppure alla sera. L'atmosfera dipende dai gusti, ma la narrazione è davvero struggente, melanconica ed un po' agrodolce.
Tutto è lasciato al caso, nulla è preparato. Forse è un mondo che finisce o forse è un invito a visitare ciò che c'è ancora, prima che svanisca del tutto. L'incredibile è che, la narrazione fa immaginare come un posto od un incontro possa essere avvenuto e poi si può raffrontare l'impressione della mente con le foto che raccordano le singole storie.
Il tutto lascia una sensazione di semplicità, di luoghi e posti talmente difficili ed estremi che fanno venire voglia di viaggiare sulle orme delle pagine, in parte utilizzando il romanzo come un'ottima guida ed in parte lasciando che le avventure vengano da sé.